Una crisi dei diritti umani senza precedenti
Analisi Eventi ed iniziative Global Pace
William Domenichini  

Una crisi dei diritti umani senza precedenti

Se è rimasta ancora un po’ di umanità nel genere, dovremmo prender coscienza della crisi dei diritti umani senza precedenti a cui assistiamo. Sotto certi aspetti un remake di tanti già visti, ma che potrebbe avere un finale assai più atroce, dal sapore di genocidio. Nella narrazione della tragedia palestinese, in queste settimane, se ne sentono di tutti i colori. Noi, nei nostri comodi divani, siamo pronti a semplificare tutto il semplificabile, comodamente lontani da fame e miseria, macerie e bombardamenti, morte. Come ha scritto Emilio Molinari, parole senza voce.

Le forze israeliane continuano ad intensificare i bombardamenti sulla Striscia di Gaza e le operazioni militari in Cisgiordania. Si può ancora giustificare la prosecuzione di uno sterminio di massa del popolo palestinese, con le teorie e inumana cecità? In 18 giorni, secondo UNICEF, si ha notizie di 2.360 morti e 5.364 feriti a causa degli attacchi incessanti. Più di 400 bambini uccisi o feriti ogni giorno. Amnesty International ha documentato attacchi illegali israeliani, indiscriminati, che hanno causato massicce perdite civili e che devono essere indagati come crimini di guerra.

Agnes CallamardSedici anni di blocco illegale di Israele hanno reso Gaza la più grande prigione a cielo aperto del mondo. La comunità internazionale deve agire ora per impedire che diventi un gigantesco cimitero.

Agnes Callamard
Segretaria generale Amnesty International
(20 ottobre 2023)

Nonostante si tenda a far emergere un pensiero unico, livellante, nella comunità internazionale si sta aprendo una discussione su ciò che sta accadendo, sulle cause, sugli effetti e sulle responsabilità. Si tratta di un processo ineludibile, se lo scopo ultimo è di fermare una carneficina, o peggio di assistere ad un’escalation che potrebbe avere conseguenza inimmaginabili. Senza scendere nel complottismo, occorrerebbe capire cosa sia realmente accaduto quel 7 ottobre, e soprattutto cosa accade da 60 anni in medioriente. Certamente, quel si sa, è odio genera odio, che ad atrocità ne seguono ulteriori e che dal 1948 una forza occupante compie atti e violenze nei confronti di un popolo, in misure e metodi da far rabbrividire.

antónio guterresIl popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione. Anche se le sue sofferenze non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas, tali attacchi non devono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese.

António Guterres
Segretario generale ONU
(25 ottobre 2023)

Qualcuno, amante dello scontro tra opposte fazioni, tra tifoserie, potrebbe derubricare le dichiarazioni del segretario generale dell’ONU come fiancheggiamento del terrorismo. Un’esagerazione? Tant’è che, minimo sindacale, gli israeliani non l’hanno presa molto bene. Alla sfuriata dell’ambasciatore all’ONU è seguita la richiesta di dimissioni di Guterres e la negazione dei visti ai funzionari ONU in Israele. Curioso il mondo. Due giorni prima dell’intervento di Guterres al Palazzo di vetro, circa 5000 persone, del Jewish Voice for Peace, davanti al Capitol Hill, a Washington. Ebrei che manifestavano per chiedere pace e libertà per i palestinesi. È finita con 500 arrestati, fra cui circa 20 rabbini. Antisemiti e fiancheggiatori del terrorismo anche loro.

Davanti ad una crisi dei diritti umani senza precedenti, l’assemblea rappresentativa della comunità spezzina, il consiglio comunale, il 16 ottobre 2023 si è espresso. Una discussione surreale, figlio dell’anestesia culturale ed intellettuale che viviamo quotidianamente. Per esempio, nonostante siano state presentate ben quattro mozioni riguardo alla questione (due delle minoranza e due della maggioranza), il dibattito consiliare è stato pressoché assente. Certamente una nota di riguardo va dedicata al consigliere Cenerini, che per l’occasione ha proposto la proiezione della bandiera di Israele sul palazzo comunale. Al di là della poca originalità, visto i precedenti di Palazzo Chigi e di piazza De Ferraris, probabilmente quella proiezione avrebbe destato non poco imbarazzo di fronte alla posizione di Amnesty International, riguardo ai crimini che verrebbero imputati agli israeliani.

Eppure, neanche 16 anni fa enti locali israeliani, palestinesi, comune e provincia della Spezia, Regione Liguria e il Coordinamento nazionale enti locali per la pace e i diritti umani siglarono due protocolli di intesa con i comuni di Haifa e Jenin, tesi a promuovere il dialogo, la pace e la cooperazione tra israeliani e palestinesi, preliminari alla stipula di un patto trilaterale tra La Spezia, Haifa e Jenin. Allora il comune spezzino organizzò la Conferenza europea per la pace in Medio Oriente (11 e 12 aprile 2007). Un’iniziativa di Pace con lo scopo di rinsaldare e sviluppare i rapporti di amicizia che legano le città di Jenin ed Haifa all’Europa e a gettare le basi per nuovi progetti concreti di cooperazione.

Quel progetto pose l’obiettivo di costruire un coordinamento, un percorso di collaborazione che valorizzi le attività in corso, accresca la cooperazione sia da un punto di vista pratico che politico, promuova nuovi progetti ed estenda la rete degli enti locali che lavorano per la pace in Medio Oriente. Involuzione della specie. Sarebbe riduttivo giustificarla solo perché l’assessora alla cooperazione internazionale è impegnata in parlamento. Oggi l’idea di impegnare un’amministrazione comunale in un percorso culturale e politico di Pace è evidentemente ritenuto inutile. Oggi, al di là delle sortite banalmente suprematiste di un occidente sempre più incapace di essere interlocutore di un mondo multipolare, non ci si accorge nemmeno dei protocolli firmati tra Iren e Mekorot. Quindi non resta che mobilitarsi, che scendere in piazza e sopperire alle manchevolezze di chi dovrebbe rappresentarci.

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Questo bellissimo saggio ci racconta come la cultura di guerra e di morte genera gli stessi mostri in tutto il Paese: pessimismo, obbedienza, passività, senso di sconfitta, conformismo, opportunismo, clientelismo. Figli di un dio minore, vittime e colpevoli allo stesso tempo dei propri mali. Politici e rappresentanti istituzionali fotocopia. Iene e sciacalli ai banchetti delle opere pubbliche e gattopardi perché cambi tutto purché non cambi nulla.

Lo scenario che ci delinea e ci offre queste pagine che seguiranno è certamente doloroso, tragico, inquietante, ma in questo suo coraggioso e generoso atto di denuncia traspare sempre lo smisurato amore per La Spezia, per il suo Golfo, il suo Mare. Pagine e immagini che feriscono il cuore ma in cui respiriamo ancora speranza ed utopia. Che un’altra città sia davvero ancora possibile, viva, libera, aperta, felice. Un laboratorio di Pace.

Antonio Mazzeo

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