Nulla accade per caso. Quando iniziai a scrivere, mosso da una spinta morale di raccontare e senza alcune ambizioni, imboccai una strada, quella che continuo a percorrere, con il piacere di chi vuole narrare delle storie. Gli orrori del mondo, le vite degli altri, un po’ di se stesso (ma non troppo), le gioie della vita, gli incubi che la possono attraversare.
Una “collega” di penna mi disse: la tua scrittura è sempre un atto civile, politico. Le risposi che anche la sua scrittura è un atto civile e politico, come quella di chiunque prenda “carta e penna” ed imprima il suo pensiero, la sua esistenza. Se non impregnato di ignavia, se non è un semplice atto edonista, autoreferenziale, scrivere è. e sarà sempre, un atto politico. Vorrei raccontare un pezzo di noi stessi, in relazione al mondo che ci circonda, e come noi circondiamo il mondo. Ciò che è stato e ciò che è, cercando di farlo con l’intento di “restare umano“.
Questa sezione ha come icona Lucio Urtubia.
Il possibile dell’impossibile, questa è stata la mia vita.