Riconversioni urbane
By: AA.VV.
Riconversioni urbane nasce il 15 febbraio 2014. Quella mattina le energie che animano Pisa sono scoccate ancora una volte ed ancora una volta la scintilla nasce dal Municipio dei Beni comuni. Le frequenze web di Radio Roarr, vibrano l’annuncio. Quartiere San Martino, l’ex caserma “Curtatone e Montanara” è stata liberata: circa 4000 mq di edifici e 8000 mq di parco, in pieno centro cittadino, completamente inutilizzato ed abbandonato dal 1994.
Un deserto urbano da 20 anni, quando le ultime reclute passavano per la visita dei tre giorni. Uo spazio espropriato alla cittadinanza pisana per pubblica (in)utilità, in un lento declino e degrado. L’emblema di una messa a bilancio (o cartolarizzazione) di un luogo divenuto non-luogo. La natura si è rimpossessata degli spazi, orizzontali e verticali. Tra intrecci e fusioni di rami, muraglie di rampicanti, distese di fogliame, si intravedono tre sagome, scheletri di edifici. Antiche vestigia, inanimate, congelate, come calendari appesi, poltrone della barberia immobili, resti dei letti delle camerate, cappe delle cucine.
In via Giordano Bruno, pochi giorni prima dell’anniversario del rogo di Campo de’ Fiori, l’ex Distretto militare è al civico 42, come quell’articolo della Costituzione repubblicana che dice chiaramente: “La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati.La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale”. Nasce il Distretto42.
Un passato che è leitmotiv, vissuto e presente in tante altre città italiane. Così la liberazione viene preparata dalla stesura di un dossier, il secondo dell’edizione Rebeldia!. Studiate, organizzatevi ed agitatevi, diceva quello, e con “Riconversioni urbane” inizia il racconto di ciò che ci si trova di fronte, oltre il muro di cinta che hanno nascosto, per anni, questo tesoro, oggi libero, le insegne di sorveglianza armata mutate, pacificate, i cancelli aperti, ed i tanti militanti all’opera nel rimettere a nuovo parco ed edifici, pronti ad ospitare le decine di attività del Municipio dei beni comuni.