Travolti da un insolito SeaFuture
Analisi Il golfo ai poeti Libri Local
William Domenichini  

Travolti da un insolito SeaFuture

Quando si dice che la fantasia supera la realtà si entra nel magico mondo di SeaFuture, travolti da un insolito destino. Un mondo nel quale tutto è meraviglioso. I regimi dittatoriali diventano clienti appetibili, gli strumenti di guerra diventano volano economico, l’inquinamento sparisce e compare la blue economy. Un mondo straordinario dove le gli interessi di pochi mutano in opportunità per tutti.

A Roma è stata, presentata, nella sede della Federazione del Mare, l’ottava edizione di Seafuture, organizzata da Italian Blue Growth e dalla Marina Militare. Secondo gli organizzatori la manifestazione si conferma l’evento internazionale più importante in Italia del settore Blue Economy e il primo hub nel Mediterraneo. Dagli aspetti della politica marittima integrata, basata sulla strategia della “Blue Growth”, così, si affrettano a sottolineare, come indicato dalla Commissione Europea. E come non prendere per oro colato? Parola del sottocapo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra, Giuseppe Berutti Bergotto, della presidente di Italian Blue Growth, Cristiana Pagni e di Laurence Martin, segretario generale della Federazione del Mare.

Circa 300 le aziende del settore bellico esporranno i propri servizi e prodotti in oltre 35 mila metri quadrati dell’arsenale spezzino, che un tempo furono luogo di lavoro, officine oggi dismesse e riqualificate per diventare spazi espositivi. Si prevedono circa 70 delegazioni estere, molte delle quali sono di paesi che hanno un concetto assai discutibile di diritto, democrazia e valori assimilabili. Nelle banchine, che fino a qualche giorno fa ospitavano relitti in disarmo, prontamente spostati per l’occasione, prenderanno il posto 12 imbarcazioni.

Non mancheranno, insieme alle iniziative promosse dalla Marina Militare, dal Segretariato Generale della Difesa e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, tavole rotonde per, citando testualmente, “costruire un consenso attorno ai temi della transizione energetica, dell’economia circolare, della salute dell’ambiente marino“. Tutto questo a poche centinaia di metri da una sequela infinita di capannoni ancora ricoperti di eternit ed una discarica di veleni fronte mare, come ampiamente narrato ne Il golfo ai poeti.

Questa meravigliosa kermesse, è bene ricordarlo, avrò il patrocinio del Ministero dell’Interno, della Regione Liguria e dei Comuni della Spezia, Lerici, Porto Venere e Sarzana.

Basta? No. Per rendere ancora più spumeggiante e distogliere l’attenzione dal focus, ossia la mostra che metterà in vendita il know-out bellico italiano nel mondo, occorre il supporto del mondo della cultura. Ed ecco il colpo di genio. Sarà l’attore Giancarlo Giannini (spezzino giusto di nascita) la guest star artistica di SeaFuture. Giannini interverrà il 5 giugno, nell’ambito di una serata su invito, nel suggestivo scenario del Golfo dei Poeti. Palcoscenico d’eccezione sarà il ponte di volo di Nave Trieste, ossia la futura ammiraglia della flotta italiana, ancora impegnata nelle attività di allestimento e consegna nello stabilimento Fincantieri di Muggiano e oggetto di non qualche riflessione su come la Difesa spenda i soldi dei contribuenti. Riserbo invece sul compenso dell’attore, tantomeno su chi lo pagherà, visto che gli sponsor di SeaFuture sono anche aziende pubbliche.

Basta? Certo che no. SeaFuture offrirà ai partecipanti un originale progetto artistico del pittore Giovanni Frangi, “Pensando espressamente agli spazi dell’arsenale che ospiterà la manifestazione, l’artista milanese ha realizzato un progetto sviluppato in due distinte sezioni: la prima all’interno degli ambienti espositivi, la seconda all’esterno, a fronte del molo in cui è ormeggiata Nave Amerigo Vespucci“. Una serie di immagini che, manipolate digitalmente, conterranno un intervento pittorico, così da formare, dice, un “Diario di bordo” scandito da sette gradi tele inedite. La prima istallazione imponente è di circa venti metri di lunghezza per due metri e mezzo d’altezza, la seconda sarà invece composta da teli e tessuti, che Frangi abitualmente usa per il suo lavoro, a formare cime e reti di circa 6 metri, ispirate dalla Vespucci.

In cauda venenum. A darne notizia la probabile velina dell’ex assessore Paolo Asti. Carneade, chi era costui? Paolo Asti ebbe un paio di slanci degni di nota. Il primo fu quello, dopo esser stato illuminato da un filmato visionato su Youtube, di riscrivere la storia della Liberazione della Spezia, illuminandoci che non furono i partigiani della SAP a prendere la città, ne tantomeno le colonne della Cento Croci e della Giustizia e Libertà, ma bensì gli alleati, che non conoscendo bene la zona non arrivarono comodamente dall’Aurelia. Prima salirono sulle colline, probabilmente per godere del panorama del golfo e poi discesero liberando la città. Altra perla astiana fu la pretesa di smobilitare la statua del gerarca fascista Costanzo Ciano, noto ai livornesi come Conte Ganassa, dal suo eremo nel Museo Tecnico Navale, per porla in pubblica piazza. Fortuna che nessuno lo prese sul serio.

Ma tornando alla vexata questio. La notizia del tocco artistico alla fiera bellica appare in duplice copia, nell’edizione de IlgiornaleOFF (Asti non a caso fu autore e corrispondente locale de Il Giornale) e il media spezzina CittadellaSpezia. L’ex assessore alla cultura della giunta di centrodestra spezzina (nativo socialista, poi folgorato sulla via di Arcore, poi ammaliato dalla madre italico-cristiana) guidata da Pierluigi Peracchini, il 24 gennaio 2019 rassegnò le dimissioni poiché avrebbe edito, tramite la casa editrice Brain alcuni cataloghi per il CAMeC (Asti asserì che furono donati), costituendo un conflitto d’interessi privato/pubblico. A volte il caso, il reading di Giancarlo Giannini prenderà ispirazioni da un’antologia letteraria curata proprio dall’ex assessore Paolo Asti.

Alla luce di tutto questo, verrebbe da dire, Gino Patroni, salvaci tu. Fortuna nostra, corre in soccorso della razionalità e della saggezza l’ex sindaco della Spezia, Giorgio Pagano, al quale va il merito di dire con molta chiarezza ciò che accadrà alla Spezia, dando voce al pensiero critico.

Con la guerra che imperversa in Europa e in tanti conflitti diffusi nel mondo, l’Italia, come prevede la Costituzione, dovrebbe promuovere iniziative di Pace. Invece nulla di tutto questo si fa. SeaFuture è a tutti gli effetti una mostra militare navale, promossa dal comparto industriale militare come piattaforma d’affari per le aziende del settore. Questo è un mutamento radicale rispetto al SeaFuture degli inizi. Nel 2009 io non ero più sindaco ma l’ho sempre seguita ed apprezzata perché era una fiera internazionale dedicata alle tecnologie civili del mare, che promuoveva realmente sostenibilità sociale ed ambientale. Nel corso del tempo è progressivamente trasformata.

Giorgio Pagano
già sindaco della Spezia
(23 maggio 2023)


Chissà se Giannini sul ponte della rattoppata Trieste rinverdirà i fasti di una cinema che fu, riproponendo un monologo alla Gennarino Carunchio.

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Questo bellissimo saggio ci racconta come la cultura di guerra e di morte genera gli stessi mostri in tutto il Paese: pessimismo, obbedienza, passività, senso di sconfitta, conformismo, opportunismo, clientelismo. Figli di un dio minore, vittime e colpevoli allo stesso tempo dei propri mali. Politici e rappresentanti istituzionali fotocopia. Iene e sciacalli ai banchetti delle opere pubbliche e gattopardi perché cambi tutto purché non cambi nulla.

Lo scenario che ci delinea e ci offre queste pagine che seguiranno è certamente doloroso, tragico, inquietante, ma in questo suo coraggioso e generoso atto di denuncia traspare sempre lo smisurato amore per La Spezia, per il suo Golfo, il suo Mare. Pagine e immagini che feriscono il cuore ma in cui respiriamo ancora speranza ed utopia. Che un’altra città sia davvero ancora possibile, viva, libera, aperta, felice. Un laboratorio di Pace.

Antonio Mazzeo

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