Intanto la Trieste se ne va...
Analisi Il golfo ai poeti Libri Local
William Domenichini  

Intanto la Trieste se ne va…

Se intanto la Trieste se ne va, la base spezzina che se ne fa dei suoi moli? Mentre la Marina militare manda in pensione la portaerei Garibaldi entro fine anno, udite udite, la Trieste prenderà il suo posto nella base tarantina. Fino a qualche mese fa, chi lo sosteneva eri additato come disfattista menzognero, raccoglitore di maldicenze. E invece?

La futura ammiraglia della flotta militare italiana, ad oggi ancora in fase di risoluzione di qualche “problemino” irrisolto. C’è chi mormora il sistema di trasmissione, chi azzarda gli impianti idraulici, chi addirittura punterebbe il dito contro le due monumentali turbine Rolls-Royce MT30 da 38 MW (52 000 CV) ciascuna. Ma sono solo dicerie da bar, pettegolezzi in tuta da lavoro. Ma la realtà è che la Trieste, problemi o non problemi, onore e vanto dell’italica pugnace, virile e patriottica nazione, ormai sostituirà la vecchia Garibaldi.

23 febbraio 2024. il capo di stato maggiore, l’ammiraglio di squadra Enrico Credendino, ha firmato l’atto con cui dispone che a decorrere dal 1 ottobre 2024 la nave passi alla posizione “RTD tre”: Ridotta Tabella di Disponibilità. Si tratta dopo di uno dei passaggi della vita di un mezzo, successivo all’allestimento ed all’armamento. E’ quella condizione in cui l’equipaggio (a ranghi ridottissimi) provvede al presidio in porto ed alle operazioni di disattivazione che precedono l’ultimo stadio: il disarmo e la successiva radiazione della nave dai quadri del naviglio militare. Non un fulmine a ciel sereno, ma un impegno che sta agli atti del Parlamento.

Così parlò l’amm.Credendino nelle audizioni in commissione Difesa alla Camera ed al Senato. Quindi chi doveva sapere, sapeva. Mutati mutandi, chi può sostituirla? Ma la LHD Trieste, naturalmente, che com’è noto ai miei 25 lettori (e non solo), bivacca nelle acque del golfo che fu dei poeti da un po’ di tempo. Ma per quale motivo ha interesse sapere che punterà la prua verso la base tarantina della Marina Militare?

Sempre chi segue le mie divagazioni, ricorderà due cose. Il primo è, ça va san dire, il mirabolante e straordinario progetto di ammodernamento della base spezzina, noto ai più come Basi blu. L’esigenza operativa, espressa nella relazione del progetto di fattibilità è, tra le altre, “la possibilità d’ormeggio di unità portaerei e LHD (Nave Cavour/Nave Trieste)“. Come a dire che la spesa di 354 milioni di euro è da attribuirsi anche alla necessità di fare ormeggiare un’unità che, ad oggi, è certo che sarà di istanza in una base che dista circa 800 miglia nautiche dalla Spezia. Ma diciamo, per amor e carità di patria, che nella logica militare, una bitta d’appoggio non si nega a nessuno, anche se a caro prezzo. Ma d’altronde chi paga è il contribuente.

Il dubbio che dovrebbe sovrastare ogni mente dotata di un minimo di civile devozione è ben altro. Ammesso e non concesso che sia civiltà spendere una montagna di soldi per dragare i fondali inquinatissimi di una base, attivare dei serbatoi di carburante sotto le case della gente, tombare 40 mila metri quadrati di mare con il cemento, metterci 4 pannelli fotovoltaici e dire che quel progetto è sostenibile.

Come se non bastasse, gli uffici del Genio della Marina militare alla Spezia (MARIGENIMIL La Spezia), il 12 novembre 2021, diretti dal capitano di vascello Alessandro Carmine Renna, affidava (n°462 12-11-21) direttamente alla Politecna Europa S.r.l., individuata previa la consultazione di ben 5 preventivi, la progettazione per l’adeguamento del molo Varicella 1 (Lato Sud) per l’ormeggio di nave Trieste.

Quer pasticciaccio brutto der molo Varicella, che costerebbe alle casse dello Stato qualcosa come 861.170,54 €, inizio un anno fa, tra cantonate dell’informazione locale, sbigottimento dei più ultras sostenitori della Marina militare, ignavia e lassismo della classe politica. Ora sia al redde rationem. Ora che siamo certi che la LHD Trieste se ne va, qualcuno, di grazia, potrà dirci a cosa serve spendere tutti questi soldi? Non dico se fosse lecito, questa non sarebbe materia di discussione “politica”, ma che competerebbe ad altre istituzioni. Ma se tutto questo ha un senso logico ed un interesse pubblico.

Che la senatrice Pucciarelli, per citarne un caso eclatante, non abbia a cuore gli interessi delle collettività e molto quelli della Marina è cosa pressoché acclarata. Tuttavia l’enfasi delle parole del Capo di stato maggiore della forza armata, traccia una dichiarazione che è un manifesto.

Penso al senatore Gasparri, che è sempre presente, e alla senatrice Pucciarelli, che è sempre stata con noi, soprattutto negli ultimi anni. Per loro sarà un po’ una ripetizione, ma cercherò di illustrare che cos’è e che cosa fa la Marina militare e quali sono le sue esigenze.

Amm. di squadra, Enrico Credendino
Capo di Stato Maggiore della Marina Militare
(23 febbraio 2023)

 

In attesa di tempi migliori, dove in un paese civile chi è stato deputato a rappresentare una comunità ne tuteli gli interessi, ci limiteremo a sapere che la vista del nostro bellissimo golfo, ancor per poco, vedrà quella goffa ed inquietante silhouette pugnante sulle sue acque. Chissà che non sia un auspicio per orizzonti di pace, di vera sostenibilità e di lavoro che non sia un ricatto ma un diritto?

no base (blu)

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L'ultimo arrivato!

Questo bellissimo saggio ci racconta come la cultura di guerra e di morte genera gli stessi mostri in tutto il Paese: pessimismo, obbedienza, passività, senso di sconfitta, conformismo, opportunismo, clientelismo. Figli di un dio minore, vittime e colpevoli allo stesso tempo dei propri mali. Politici e rappresentanti istituzionali fotocopia. Iene e sciacalli ai banchetti delle opere pubbliche e gattopardi perché cambi tutto purché non cambi nulla.

Lo scenario che ci delinea e ci offre queste pagine che seguiranno è certamente doloroso, tragico, inquietante, ma in questo suo coraggioso e generoso atto di denuncia traspare sempre lo smisurato amore per La Spezia, per il suo Golfo, il suo Mare. Pagine e immagini che feriscono il cuore ma in cui respiriamo ancora speranza ed utopia. Che un’altra città sia davvero ancora possibile, viva, libera, aperta, felice. Un laboratorio di Pace.

Antonio Mazzeo

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