
Una manifestazione per riconvertire SeaFuture
Sabato 3 giugno, alle ore 17,30, partirà da piazza Garibaldi, alla Spezia, una manifestazione per riconvertire SeaFuture. Una marcia a tappe. Piazza Ginocchio, piazza Beverini, incrocio corso Cavour-via Chiodo. Il punto di arrivo in piazza Chiodo, di fronte all’ingresso dell’Arsenale della Marina militare.
La guerra imperversa in Europa da oltre un anno, alimentata anche dall’invio di armi all’Ucraina da parte dell’Italia e di altri Paesi NATO. Pertanto, in assenza di una seria azione diplomatica a favore del cessate il fuoco e della pace, permane uno scenario internazionale di conflitti diffusi e di tensioni crescenti in cui viene scelleratamente evocato l’utilizzo delle armi nucleari. L’Italia non si fa promotrice di una conferenza internazionale di pace, come prevede la Costituzione. Invece, dal 5 all’8 giugno all’Arsenale Militare spezzino, ci sarà l’ottava edizione di SeaFuture 2023. Una mostra militare-navale promossa dal comparto industriale-militare come piattaforma di affari per le aziende del settore.
Si tratta di un radicale mutamento della manifestazione, avvenuto in questi anni. SeaFuture, nel 2009, iniziò come “la prima fiera internazionale dell’area mediterranea dedicata a innovazione, ricerca, sviluppo e tecnologie inerenti al mare”. Nel corso degli anni è stata trasformata in una mostra militare-navale, unica in Italia. Riteniamo del tutto sbagliata la commistione militare – civile. Pertanto chiediamo che SeaFuture sia riconvertito alla sua mission originaria. Una fiera internazionale dell’area mediterranea dedicata a innovazione, ricerca, sviluppo delle tecnologie civili inerenti al mare, per promuovere la sostenibilità ambientale e sociale.
Consideriamo inaccettabile l’invito a partecipare all’evento rivolto dagli organizzatori ai rappresentanti delle Forze armate di Paesi esteri belligeranti dell’Africa e del Medio Oriente, responsabili di gravi violazioni dei diritti umani, delle libertà democratiche e del diritto internazionale umanitario. Quattro esempi. L’Algeria, l’Egitto, il Marocco e l’Arabia Saudita – denuncia Amnesty International – sono Paesi in cui da anni continuano senza sosta gravi violazioni dei diritti umani. Se necessario, alle esigenze del comparto militare-industriale sia dedicato uno specifico evento al difuori di Seafuture, evento da riservarsi agli operatori professionali del settore, italiani ed esteri, in rigorosa osservanza delle restrizioni sulle esportazioni di sistemi e tecnologie militari ai sensi delle normative italiane e internazionali.
Nelle nostre coscienze e nella nostra visione, il futuro dell’industria navale e del mare non possono continuare a dipendere dalla produzione e dal commercio di sistemi militari. Questa scelta sottrae risorse al settore civile. Il Mediterraneo deve essere un ponte di incontro tra i popoli e le culture. Incontro tra i centri di ricerca e tutte le realtà interessate in cui promuovere la tutela del mare e dell’ambiente, lo sviluppo sostenibile, il turismo responsabile nel rispetto dei diritti delle persone e dei popoli.
Le iniziative si chiuderanno lunedì 5 giugno. Un presidio si terrà dalle 9 alle 12 in piazza Chiodo alla Spezia, in concomitanza con l’inaugurazione di Seafuture.