La retorica della senatrice in divisa
Analisi Il golfo ai poeti Libri Local
William Domenichini  

Hic base blu, hic salta #4

Hic base blu, hic salta #4. Visto il successo della serie i miei 25 lettori hanno chiesto a gran voce un capitolo speciale, il numero 4. In questa puntata ecco a voi il dettagliato contributo fondamentale di una delle protagoniste indiscusse della saga: la sen. Pucciarelli.

L’atto del governo (Meloni) n°111, ossia la richiesta di refinaziarizzazione del programma Basi blu, per una spesa complessiva di 1,76 miliari di euro, approda a Palazzo Madama? In commissione Difesa al Senato, la relatrice del provvedimento è, per l’appunto, la senatrice spezzina Stefania Pucciarelli, nota alle cronache per la sua scalata inarrestabile nella gerarchia istituzionale repubblicana, ma soprattutto per l’indefesso acume con cui difende gli interessi dei cittadini e del territorio. Alla paladina de noartri sprigolini tocca relazionare il vituperato progetto della Difesa, che butterà nell’inquinata e nociva base spezzina, qualcosa come 354 milioni di euro. Parte la procedura consultiva.

Ore 9.30, inizia la discussione, nella quale sono previste le relazioni di altri due provvedimenti: acquisto di 8 nuovi alianti per l’Aeronautica militare (A.G. 112) e approvazione del programma denominato “Rinnovamento della capacità Very Short Range Air Defence (VSHORAD) dell’Esercito italiano” (A.G. 113). Prima di lasciare la parola alla rappresentante della comunità spezzina, occorre una premessa.

Il progetto Basi blu, nella sua sola estensione spezzina, non è proprio un progettino, quattro schizzi e due righe di relazione. 354 milioni di euro, è bene ricordarlo, sono la misura dell’impatto che potrebbe avere nella realtà. Così come è bene ricordare che il progetto spezzino consta, sommariamente, di 138 pagine tecniche, al netto degli elaborati grafici, redatti nel progetto di fattibilità, sulla base del quale è stato già bandita (ed assegnata) la progettazione definitiva:

La senatrice spezzina avrebbe potuto leggersi il perché di un no e la sensatezza di molte proposte, oppure partecipare ad alcune assemblee pubbliche (una e due, giusto per citarne alcune richieste dei cittadini) a cui è stata formalmente invitata, financo da movimenti politici, e nelle quali ben s’è guardata di parteciparvi. Ma come tutti sanno, con i se e con i ma, la storia non si fa. Siamo quindi al redde rationem.

La seduta inizia alle ore 9,30, ed ecco un sintetico stralcio, del sintetico intervento della senatrice spezzina.

Oltre alla realizzazione delle opere marittime, funzionali ad ampliare le banchine disponibili per l’ormeggio, saranno potenziati i servizi essenziali di base, come lo scarico e il trattamento di acque nere e grigie, migliorate le capacità di distribuzione dei combustibili ed adeguate le reti elettriche sulla base delle maggiori esigenze di carico. La realizzazione di tali opere, che consentiranno alle Basi navali italiane di avere una impronta ambientale ancora maggiore, permetterà altresì di adeguare le infrastrutture nazionali ai nuovi standard della NATO, consentendo di ospitare periodicamente, anche con limitato preavviso, gruppi navali dell’Alleanza o di altri Paesi alleati.

Per quanto concerne i rapporti con l’industria, le schede tecnica e illustrativa che accompagnano il provvedimento evidenziano come il programma interessi prevalentemente i settori dell’edilizia, dell’impiantistica e dell’alta tecnologia, con importanti ricadute in termini di prospettive economiche ed occupazionali su tutto il territorio nazionale, a beneficio anche delle piccole e medie imprese dell’indotto, nonché di ritorno in termini di acquisizione e consolidamento del know-how progettuale e di produzione in Italia di materiali innovativi per l’edilizia, impianti e sistemi tecnologici per il risparmio e l’efficientamento energetico.

Stefania Pucciarelli
3ª Commissione (Esteri e Difesa) del Senato
Resoconto sommario n. 66 del 31/01/2024

Compito eseguito, una sintesi pedissequa del Dossier n°220, nulla più. La presidente della Commissione, sen. Stefania Craxi, dichiara aperta la discussione generale. Interventi iscritti? Nessuno, nonostante la relazione della Pucciarelli, al netto della sua estrema sintesi, ne darebbe spunti. Quanti posti di lavoro? Di che indotto parla? Quale know-how progettuale verrà consolidato? Quale efficientamento energetico? Ma poiché nessun senatore ha inteso intervenire, queste domande resteranno sospese in aria ed il seguito dell’esame è, quindi, rinviato. La Commissione è chiamata a formulare, entro il prossimo 25 febbraio, un parere. Chissà come andrà a finire?

Solo su una cosa la senatrice spezzina non ha potuto nascondersi dietro ad un dito. La natura del progetto: “realizzazione delle opere marittime, funzionali ad ampliare le banchine disponibili per l’ormeggio, per adeguare la base agli standard NATO“. Finalmente la senatrice mette nero su bianco, nello stenografico della commissione il futuro della base spezzina. 354 milioni di euro di investimento per creare un hub militare dell’alleanza atlantica, a spese dei contribuenti italiani. Qualcuno direbbe una curiosa applicazione del concetto di sovranità nazionale, ma transeat.

Una cappa di omissione, invece, sulla concreta realizzazione del progetto. Nessun riferimento a come e dove verrebbero trattate le acque nere. Val la pena ricordarlo alla senatrice Pucciarelli che, documenti alla mano, il depuratore verrà realizzato margine dell’attuale discarica di Campo in ferro, a poche decine di metri dalle abitazioni. Nessun riferimento a come verranno migliorate le capacità di distribuzione dei combustibili. Riattivando i 20.000 metri cubi di serbatoi interrati sotto le case dei marolini.

Queste opere dovrebbero, secondo la senatrice, alla base spezzina “di avere una impronta ambientale ancora maggiore“, tuttavia, invitando a leggere il progetto di basi blu (se si ha a noia quel che scrivo si può scaricare il progetto preliminare nei link sopraelencati), non vi è alcuna traccia di sostenibilità, eccezion fatta per una pensilina fotovoltaica di un parcheggio per auto. Poi qualcuno si è accorto che per procedere alla realizzazione della base blu spezzina, la Marina militare deve procedere a regolarizzare catastalmente aree militari (moli Varicella 1 e 3, Campo in ferro) che non risultano in mappa catastale, poiché tali aree risulterebbero del demanio pubblico?

Continua ad essere avvolto nel mistero il grande tema dell’occupazione. Mentre la città è in attesa dell’Arsenale 5.0, le vestigia di una ex fabbrica cadono a pezzi, con un impatto ambientale sconcertante. Stiamo parlando di una realtà produttiva che in 80 anni ha visto sparire la sua capacità occupazionale.

Ma tornando alla commissione Difesa, la seduta termina alle ore 9,50. Contando che la discussione ha trattato anche altri due atti del governo, con asettica acribia aritmetica, una media di 4 minuti e 40 secondi a provvedimento. Questo dato fa pensare. La senatrice Pucciarelli, eletta nel collegio spezzino, ha inteso dedicare meno di 5 minuti per presentare un progetto che rivoluzionerà il golfo dei poeti.

Come accaduto in commissione Difesa alla Camera, non si comprende se sia un record di efficienza o di sciatteria. Tuttavia va riconosciuto che a Palazzo Madama sono più pignoli che a Montecitorio: 20 minuti per cinque provvedimenti alla Camera, 20 minuti per tre provvedimenti al Senato, ma per una manciata di secondi. Contando che per esaminare, analizzare e ragionare solo il progetto di fattibilità della base spezzina è costato mesi la riflessione che consegue è duplice. O i cittadini “normali”, io in primis, sono affetti da un deficit cognitivo, per cui ci necessitano tempi e modalità più congrue, o i nostri rappresentanti in Parlamento hanno dei QI da record.

Tertium non datur? Chi ci rappresenta non ha nessun interessa a porre delle questioni su come il ministero della Difesa, e le sue emanazioni, spendano 1,76 miliardi di euro. In qualsiasi modo è imprescindibile che venga avallata questa opzione.

Prossimo appuntamento, martedì 13 febbraio, ore 14, commissione Difesa del Senato.

Alla prossima puntata…

no base (blu)

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L'ultimo arrivato!

Questo bellissimo saggio ci racconta come la cultura di guerra e di morte genera gli stessi mostri in tutto il Paese: pessimismo, obbedienza, passività, senso di sconfitta, conformismo, opportunismo, clientelismo. Figli di un dio minore, vittime e colpevoli allo stesso tempo dei propri mali. Politici e rappresentanti istituzionali fotocopia. Iene e sciacalli ai banchetti delle opere pubbliche e gattopardi perché cambi tutto purché non cambi nulla.

Lo scenario che ci delinea e ci offre queste pagine che seguiranno è certamente doloroso, tragico, inquietante, ma in questo suo coraggioso e generoso atto di denuncia traspare sempre lo smisurato amore per La Spezia, per il suo Golfo, il suo Mare. Pagine e immagini che feriscono il cuore ma in cui respiriamo ancora speranza ed utopia. Che un’altra città sia davvero ancora possibile, viva, libera, aperta, felice. Un laboratorio di Pace.

Antonio Mazzeo

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