
Finché la barca va, la propaganda seguirà
Finché la barca va, la propaganda seguirà? Forse salto eccessivamente alle conclusioni. Allora proverò a dipanare la storia. Partiamo da un’altra domanda. Che fine ha fatto basi blu? Dopo quasi due anni dalla gara che assegnò la progettazione, dell’intervento che dovrebbe sconvolgere il mondo, se ne sa poco. Anzi, quasi nulla. Parallelamente, invece, sale l’indignazione verso chi, soffia sui venti di guerra e, invece di spendere soldi pubblici per servizi essenziali, li butta nel buco nero dei guerrafondai.
A pensar male, diceva quello, si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Pochi giorni fa, un ampio reportage di una testata di rilievo nazionale come Il Fatto Quotidiano, racconta la militarizzazione del golfo dei poeti, puntando il dito su basi blu. La notizia rimbalza sui social, gira nelle chat e si amplifica esponenzialmente. A stretto giro di posta, una testata locale, rilancia.
Dopo la fase di progettazione e verifica avviata nel 2022, nel corso del 2026 dovrebbero essere emesse le gare per il più grande intervento riguardante la base navale spezzina dalla ricostruzione post bellica in poi.
Cittadellaspezia (6 maggio 2025)
La straordinaria coincidenza aumenta esponenzialmente le probabilità della veridicità andreaottiana. Ma senza pensar male, torniamo al concreto. La gara d’appalto per la base dipinta di blu alla Spezia fu assegnata il 12 gennaio 2023. L’atto di nomina del direttore dell’esecuzione del contratto è del 20 dicembre 2022. Il mandatario che si aggiudicò la gara, ne da notizia il 1° dicembre 2022, dal suo sito web.
Le aziende aggiudicatarie furono BTP Infrastrutture S.p.A., AICOM S.p.A., MODIMAR S.r.l., SEACON S.r.l., REACT Studio S.r.l. e GEOTER S.r.l. Stante il dispositivo, gli aggiudicatari avrebbero avuto 390 giorni di tempo per effettuare rilievi e redigere il progetto. Salvo errore, il calendario segnava come scadenza febbraio 2024.
Curiosamente, la Marina militare, sempre attenta a porre enfasi nelle sue attività, non allieta il popolo dell’annuntio vobis, habemus basem, anzi. L’unico atto, peraltro rilanciato dalla testata spezzina, che cita scadenze, è il laconico Rapporto Marina 2024, con particolare riferimento a pagina 31.
Direte voi, miei piccoli lettori, ma ti sarà sfuggito qualcosa. Forse. Stante il disciplinare d’incarico, documento emesso il 14 novembre 2022 e revisionato nel marzo dell’anno successivo, le tempistiche sono queste.
- Rilievi, accertamenti ed indagini, Caratterizzazione ambientale: 150 giorni (giugno2023)
- Redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica: 90 giorni (settembre2023)
- Redazione del progetto definitivo: 90 giorni (dicembre 2023)
- Redazione del progetto esecutivo compreso PSC: 60 giorni (febbraio 2024)
Secondo i riferimenti normativi, il progetto deve seguire l’iter giuridico di qualsivoglia intervento. Unico riferimento specifico è relativo alla Direttiva NATO “Criteria and Standards for Maritime Facilities” BI-SC 085-008 (01.04.2020), che definisce gli standard per la progettazione e la costruzione di infrastrutture marittime di pertinenza dell’alleanza atlantica. Questa direttiva, insieme alla Direttiva MC 0671_1 (Final) NU, garantisce che le infrastrutture rispettino gli standard NATO in termini di operatività e sicurezza. E qui sta anche tutto il senso di spendere 354 milioni dei contribuenti nella base spezzina, parte di quel 1,76 miliardi di euro, sempre dei contribuenti che finirà per lo stesso nobile scopo nelle basi navali di tutto lo stivale.
I progetti resteranno di proprietà piena ed assoluta dell’Amministrazione Difesa, mutatis mutandi del contribuente, la quale potrà, a suo insindacabile giudizio, darvi o meno esecuzione, come anche introdurvi, nel modo e con i mezzi che riterrà opportuni, tutte le varianti ed aggiunte che saranno riconosciute necessarie, senza che dai progettisti possano essere sollevate eccezioni di sorta, purché non vengano modificati sostanzialmente i progetti.
Something is rotten in the base of La Spezia? Fatto salvo l’uso arbitrario o deliberatamente occultativo del concetto di segreto militare, che fine ha fatto il progetto definitivo? Sull’arbitrario è possibile riflettere, in quanto il progetto preliminare è un documento pubblicamente divulgato, reso noto, su cui c’è chi ha pure scritto un libro. Ragion per cui, qualora si dettagli le indicazioni di progetto in termini così specifici, il primo che sventola il segreto militare potrebbe risultare, almeno labilmente, o ipocrita o omertoso.
Ma al di la delle veline mediatiche che cercano di mettere pezze a reportage di denuncia, ciò che emerge dalla rete è un microscopico rendering, il quale, ammesso che sia attendibile, stravolge il concetto espresso nel progetto di massima e ne peggiora (casomai fosse stato possibile) la situazione. Tanto quella spezzina, quanto quella generale. Intanto, le tinteggiate di finta sostenibilità stanno sfumando, trucco di greenwashing che sembra durare assai poco. Così, nel render della lussuosa base adeguata, la discarica abusiva di campo in ferro campeggia in tutto il suo splendore e le sue nocività nel ventre molle.
Dei relitti ammollati nelle banchine, se ne fa annunci continui di smaltimento. Destinazione a parte, possibile ambire ad un piano generale di bonifica delle aree militare? Dei lavori nell’arsenale, dopo il 5.0 si è pronti a tutto. I bacini sono a rischio sicurezza? Si annunciano i lavori, tutti soldi pubblici. Ma è possibile ambire ad un piano di riorganizzazzione e razionalizzazione delle strutture? Non proposte sovversive, antisistema o sobillatorie. Bonifiche e razionalizzazione dei costi. Arabo, come quello dell’interfono al molo Varicella.
Allo stato attuale l’unica ricaduta che si ha nel territorio è quella della propaganda. Intendiamoci, legittimo farla, ma il livello attuale fa impallidire anche le veline dell’on. Gotelli, grazie alla quale alla Spezia arrivava la primavera. La retorica a cui è affidata, dagli uffici stampa di Fratelli d’Italia in particolare, arriva a picchi degni di citazione come la vicesindaca/deputata/consigliera del parco Maria Grazia Frijia e il segretario provinciale Davide Parodi. La dialettica politica, parallelamente, segna minimi qualitativi mai registrati nella storia repubblicana, da far impallidire le risse da pollaio.
Finché la barca va, la propaganda seguirà? Se c’è un deputato, una deputata, un senatore o una senatrice disposta a richiedere la documentazione, qui troverà spazio per renderla pubblica e, più in generale, alla Spezia una comunità che gliene sarà grata.