Relitti che vanno e relitti che vengono
Tra discariche, fondali inquinati, relitti che vanno e relitti che vengono, basi blu sembra sempre più il racconto di fantasia di chi non riesce più a nascondersi dietro ad un dito. Da un lato l’ipocrisia di chi, con retorica e menzogne, continua a raccontare di sostenibilità, di ambiente, di mare, mentre continua a gestire aree dello Stato con le stesse modalità che le ha portate a divenire una bomba ecologica.
Ottobre 2023. Lo stato delle cose della base navale spezzina volgeva al peggio. La darsena “Duca degli Abruzzi”, era sostanzialmente un cimitero di relitti. Ma le cose sembrano volgere al meglio. Nonostante lacrimevoli retoriche, vanno mandate al macero le unità Vesuvio e Bormida. Ammainata la bandiera, fine delle corse.
Marzo 2024. La retorica che avvolge la Marina militare, almeno alla Spezia, è tale per cui rimuovere i relitti lasciati a marcire per lustri diventa un evento celebrativo. Poco importa se non sono tutti, men che meno se li mandiamo a demolire in un qualunque angolo di mondo. Se non altro perché in quell’angolo di mondo avveleniamo. Tant’è che sette, dei fantasmi galleggianti nella base spezzina, presero il largo. Ma dopo poche settimane venne a galla l’oscena destinazione: le spiagge turche di Aliaga.
Poco importa anche se, uno dei pochi progetti seri, maturati in collaborazione con la Marina militare, ossia la musealizzazione di un sommergibile, è affondata come nelle migliori tradizioni militaresche italiche, ossia quelle che celebrano vittorie di Pirro e nascondo sotto il tappeto che nelle guerre, gli eredi di Giulio Cesare e Traiano, il tricolore ha sempre fatto pessime figure. D’altronde, come avrebbe detto Otto von Bismarck al principe ereditario Umberto di Savoia: “Voi italiani siete il popolo delle tre S: con Solferino avete preso la Lombardia, con Sadowa avete preso il Veneto, con Sedan avete preso Roma. E nessuna delle tre S è stata opera vostra”. Per sua fortuna, il cancelliere di ferro, non è campato abbastanza per vedere come abbiamo conquistato Trento e Trieste!
Vista la storia della rimozione dei relitti, ci sarebbe da meravigliarsi dell’evoluzione di questa vicenda? Si, se nei casi successivi vi fosse tanta trasparenza, quanta attenzione per l’ambiente marino. Ma così, a quanto pare, non è. Eppure, la Marina militare è piuttosto chiara sulla sua attenzione all’ambiente.
Lo stato di salute dei mari attraverso il controllo, la prevenzione e il monitoraggio dei parametri ambientali marini, significa per noi prenderci cura di un elemento vitale per la Marina.
Oltre ai mezzi della Squadra Navale, sei navi specializzate per le operazioni antinquinamento, tutte le navi della Marina hanno tra i propri compiti secondari quello della salvaguardia dell’ambiente marino. La Marina è anche tra le prime al mondo a seguire il programma “flotta verde”, tecnologie per il trasporto marittimo sicuro, pulito e sostenibile.
Attenzione all’ambiente marino, sorveglianza antinquinamento, monitoraggio della fauna marina e delle microplastiche ma anche promozione della diffusione della cultura marittima e della tutela della biodiversità marina.
Marina militare italiana, Cosa facciamo per l’ambiente
Aprile 2024. Marinarsen La Spezia pubblica il bando di gara per l’aggiudicazione dell’attività di mappatura dei materiali pericolosi e redazione Inventario dei Materiali Pericolosi (IHM) per le navi Vesuvio, Bormida, Lerici, Sapri, GK 02 e GK 13. Importo a base di gara € 51.862,20. Il 2 luglio 2024, il direttore dell’Arsenale spezzina, quel contrammiraglio Giuseppe Scorsone, quello che vede il futuro blu, firma l’aggiudicazione della procedura, alla ditta LABORATORI INTEGRATI S.R.L. con sede legale in Roma, quale migliore offerente con lo sconto percentuale del 42,77%, per l’importo complessivo di € 29.937,36. Secondo la proposta di aggiudicazione e la specifica tecnica, l’importo di bonifica della Vesuvio quota 12.282,53 €.
Giugno 2024. Sempre Marinarse La Spezia lancia la svendita. Bando di gara per la demolizione delle ex unità navali e galleggianti della Marina Militare (Bradano ormeggiato presso Calata Carbone, l’ormai nota calata relitti, Lerici e Sapri alle bitte presso alata Mancina in quella darsena in cui sarebbe previsto il dragaggio, Bormida ormeggiato presso Calata Mandracchio, al posto dei sommergibili rottamati, GK02 e GK13 adagiate illo tempore nelle vasche di San Vito). Importo a base di gara € 1.543.642,77. Visti i precedenti, mettiamo le mani avanti. Dove avverranno tali demolizioni? Carta canta. Secondo la specifica tecnica ci sono 3 opzioni: a bordo dei galleggianti in oggetto, ubicati all’interno del comprensorio della base navale spezzina, presso le strutture dell’arsenale spezzino, presso la sede dell’operatore economico che vincesse la gara.
Settembre 2024. La gara per smaltire i relitti va deserta. Superato ampiamente il limite di luglio ecco che l’amministrazione militare ci prova con un altro bando, altra corsa. Se è andata deserta la gara per 1.543.642,77 €, si alza il tiro: 1.952.614,76 €. Al netto delle spese per la bonifica delle unità in via di demolizione, il costo lievita di ben 408.971,99 €, e potrebbe andare in leggera controtendenza rispetto allo stimolare operatori economici interessati all’affare. Al netto della bonifica, si diceva? Allo stato attuale la situazione rischi ambientali delle unità in via di demolizione è la seguente.
Bradano (A5357) | Bormida (A5359) | Lerici (GT38) | Sapri (GT39) | Bettolina GK02 | Bettolina GK02 | |
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Materiali Contenenti Amianto | Mappatura inclusa nell’I.H.M. | Mappatura aggiornata al 02/09/2020 | Mappatura aggiornata al 2010 | Mappatura aggiornata al 2008 | Non disponibile | Non disponibile |
Bonifica ambientale | Bonifica casse e sentine eseguita nel 2023 | Non eseguita | Documento disponibile revisionato/aggiornato al 2023 | Eseguita nel 2022 | Non eseguita | Non eseguita |
Situazione IHM (Inventory Hazardous Materials) | Aggiornato al 2023 | Non disponibile | Aggiornato al 2015 | Aggiornato al 2015 | Non disponibile | Non disponibile |
Bonifica materiali radiogeni | Dichiarazione di “Radiation Free” disponibile ed allegata all’IHM | Non eseguita | Non disponibile | Non disponibile | Non disponibile | Non disponibile |
Certificazione idoneità riciclo | Non disponibile | Non disponibile | Non disponibile | Non disponibile | Non disponibile | Non disponibile |
Le vasche di San Vito e dintorni, a ragion veduta di chi narrava la base come cimitero di relitti, vede sparse 41 unità dismesse, oggi in vendita. Lo certifica l’Agenzia Industrie Difesa che, misteri della burocrazia neoglobal, ne gestisce lo smercio. Un ginepraio già visto nelle puntate precedenti, dove il confine di chi possiede, chi vende e chi incamera i proventi, è assai fumoso. Sta di fatto che l’allegato del capitolato tecnico, di una gara d’assegnazione con un importo di base d’asta di ben 1.000 €, è sconcertante. Da decenni quell’area versa in quelle condizioni e ad oggi non vi è il ben che minimo sentore di una riorganizzazione degli spazi militari.
E la Vesuvio? Suvvia, è andata in quiescenza da pochi mesi. D’altronde, relitti che vanno, relitti che vengono. Visti i precedenti ha di fronte a se anni di macerazione nelle acque spezzine.
Un quadro che dovrebbe far riflettere sulla trasparenza dei dati, ma soprattutto sulla qualità dell’ambiente che si cela oltre il muro militare. Nonostante c’è chi pensa che queste operazioni siano tese alla bonifica, la smentita arriva a colpo d’occhio. La quantità di natanti depositati nell’area militare spezzina è impressionante. Un quadro disarmante nonostante vi siano folle di astanti che sostengono che le aree militari della Marina, alla Spezia, sono tutte strategiche. Forse la strategia è la gestione di rottami? L’idea che la rimozione di sei unità possa far spazio al famigerata trasformazione blu della base, sembra ancora più comica. Tant’è, che all’orizzonte non si vede sorta di gara d’appalto per l’adeguamento dei moli militari spezzini agli standard NATO. Nonostante la progettazione dovrebbe essere terminata da un bel po’.
Cosa rimane di certezza? La retorica. In tutto questo la risposta è sempre blue!