
Antifascisti per pace, disarmo ed accoglienza
Sabato 17 maggio, alle 16 inizierà una manifestazione alla Spezia, che vorrei fosse di antifascisti per la pace, il disarmo e l’accoglienza. Si tratta di una manifestazione che vede la risposta di molte sigle. Partiti politici, associazioni, reti, gente. Una risposta alla chiamata fascista, razzista e guerrafondaia di Casapound, che ha annunciato di scendere in piazza alla Spezia proprio lo stesso giorno.
Insieme per la Costituzione, ora e sempre Resistenza. Parole sacrosante di fronte alla chiamata alla piazza di una formazione neofascista che chiede di abolire il 25 aprile, di spendere i nostri soldi per armare l’Europa e di deportare che migra in Italia. Insieme per la Costituzione, ora e sempre Resistenza, significa anche questo.
Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali.
Art.10. L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici
Art.11. L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Antifascisti insieme per la Costituzione, quindi, significa che occorre declinare l’antifascismo in una proposta concreta. Difendere lo stato di diritto, sancito, per l’appunto, dalla Costituzione. Non dal “Che fare”, o dal “Capitale” o dal libretto rosso. Dalla Costituzione della repubblica italiana.
Si può scendere in piazza per opporsi alla presenza di una manifestazione di stampo fascista? Si deve. Potrebbe essere una condizione necessaria e non sufficiente. Questa non è una verità assoluta, ma un dubbio che vorrei si insinuasse nelle nostre menti. Perchè?
Dal 29 settembre al 3 ottobre 2025 si terrà, nell’Arsenale della Marina militare della Repubblica italiana, SeaFuture. Guardate le delegazioni che parteciperanno alla nona edizione della fiera di guerra. Vale questo modello di sviluppo per giustificare potere e posti di lavoro? In questi giorni l’amministrazione dell’Arsenale della Marina militare ha bandito la gara d’appalto per servizio di supporto per il minuto mantenimento del manto stradale nelle zone interessate dal SEA FUTURE 2025 di competenza dell’ Arsenale M.M. di La Spezia. € 55.000,00 (non imp. iva.) a carico del contribuente.
Nel 2024 si è integrata, nel segmento Marina Militare del RWMTC nel sedime di Luni, un programma di 44 milioni di euro attraverso risorse a “fabbisogno” recate dalla Legge di bilancio 2024, per la realizzazione di un centro d’addestramento delle forze militari israeliani, che ora, in questo momento, stanno compiendo un genocidio a Gaza. Senza contare le aziende, presenti nel territorio spezzino, che forniscono le forze armate del governo israeliano. Nel mentre, per esempio, il governo spagnolo compie una scelta diametralmente opposta.
L’elenco e le criticità che un piccolo territorio, come quello spezzino, è da molti ricordato per i sacrifici delle sue popolazioni e per l’attività partigiana durante la Resistenza. Oppure per l’accogliere e l’assistenza della popolazione spezzina a i profughi ebrei scampati ai lager nazisti che intendevano raggiungere, via mare, la terra promessa.
Dunque, antifascisti per la pace e l’accoglienza. Contro il riarmo e la deportazione. E’ questo il motivo per cui alle 15 raggiungerò il pre-concentramento nella piazzetta rossa di fronte al Dialma Ruggero, per poi confluire nel corteo che si radunerà al “2 giugno”, tutti insieme. Perché non è un tentativo minoritario di spingere la manifestazione verso lidi estremistici ed elitari. Non è una provocazione che fa apparire inutilmente divisi il fronte antifascista. E’ semplicemente il legittimo, e doveroso, segno di declinare l’antifascismo non di maniera e retoricamente celebrativo. Dirsi antifascisti ed esserli, in questo momento storico.
Così come un tempo ci fu chi scelse da che parte stare, scegliendo di lottare per giustizia, libertà, per un mondo nuovo, oggi occorre chiedere cessate il fuoco, disarmarsi, accogliere. Tutti insieme. E se c’è chi pensa di liquidare la manifestazione fascista con la coccarda antifascista e poi tornare serenamente a casa, per attendere la prossima chiamata fascista, si deve rendere conto che antifascismo significa rispondere coerentemente a dei valori ben precisi. Non passare il tempo a giustificare scelte che hanno tutt’altro connotato.
Ho sentito il dovere morale di scrivere questo mio pensiero per sottolineare la necessità di ribadire che antifascista non è una posizione equidistante, neutra. E’ una scelta. E’ una condizione di partigianeria. Se lo si è, si sceglie una parte. Nelle parole, negli intendimenti, nelle azioni concrete. Chi dice di esserlo e ha facoltà e possibilità, dovrebbe tradurlo in atti concreti verso un mondo di Pace, di accoglienza, di eguaglianza e di solidarietà. Vere, non solo annunciate.
Non per dirsi più antifascisti di altri, ma per avere la capacità di discernere e comprendere, quando l’ipocrisia raggiunge l’incolmabile. Come, per esempio, capita quando chi si schiera, giustamente, dalla parte giusta poi vota per riamarmo, missioni di guerra, ecc. Oppure, per esempio, quando partecipa al Comitato per l’ordine e la sicurezza (Comune, Questura e Prefettura), autorizza la manifestazione neofascista e poi, con la fascia tricolore scende in piazza, insieme per la Costituzione.
Non è una parte politica che può concedere o impedire a qualcuno di manifestare, per merito e sacrificio di coloro che hanno dato la vita per il 25 aprile. Lo Stato, infatti, si serve di diversi organi, pesi e contrappesi, che salvaguardano e garantiscono la democrazia e la libertà di tutti ed io spero che ci sveglieremo il 18 maggio con maggiore consapevolezza anche del funzionamento del nostro Stato e minori tentativi di strumentalizzazione che non hanno trovato alcuna breccia in istituzioni sane e solide. L’Italia ha ottant’anni di maturità democratica che discende dal 25 aprile dal quale, fra gli altri, è nato anche l’articolo 21 della Costituzione che garantisce la libertà di manifestare liberamente il proprio pensiero, a tutti, senza distinzione alcuna, anche a chi promuove idee dalle quali ci sentiamo lontani anni luce, come l’abolizione del 25 aprile stesso: è questa la vera liberazione dal Fascismo, la conquista della libertà. Senza il 25 aprile 1945 nessuno il 17 maggio 2025 potrebbe scendere in piazza, e la libertà di manifestare, comunque, è un diritto che ha in sé anche un dovere, quello di avere il rispetto, nel farlo, delle norme che regolano lo Stato.
Pierluigi Peracchini, sindaco della Spezia
(16 maggio 2025)
Insomma, al netto delle dimenticanze su cosa dice la nostra Costituzione in tema di fascismo (e suoi discendenti) e di uso improprio dell’art.21, c’è un limite a tutto e va detto. Anche alle ipocrisie. Forse il primo cittadino non avrebbe tollerato altri rintocchi irriverenti, ma sinceri. Forse il sindaco ritiene che idee di guerra di riarmo e deportazione siano compatibili con libertà di pensiero sancita dalla Costituzione. Spero che lo imparerà sabato.
Lo dobbiamo a chi ha dato la vita per noi. A chi ha sacrificato la propria esistenza per lottare per un ideale di società più libera, più giusta, più equa. Riprendiamo in mano le parole di chi ha lottato per tutto questo e riflettiamo.
Siamo stanchi di riunioni e di raduni che non concludono nulla, siamo stanchi di manifestazioni e di congressi che si esauriscono in parole. Bisogna lottare per un altro tipo di società, senza essere soffocati da un parlamentarismo velleitario, da leggi, decreti, dalla burocrazia politica; considerano con animo triste l’ingiustizia trionfante, e, chi ha fatto la guerra di liberazione rumina l’amarezza che lo prende al ricordo dei morti, delle stragi, degli incendi.
Ma oggi sarebbe festa grande per i difensori dell’ordine a tutti i costi, se i giovani che non hanno fatto la guerra, si abbandonassero a certi loro impulsi più che giustificati e rispondessero al richiamo di una rivoluzione astratta irresponsabile, sollecitata magari dal potere costituito. Una volta si sapeva il significato concreto delle parole: democrazia, socialismo, libertà, laicità, rivoluzione. Oggi… ogni formula nasconde un inganno. Tutto è rimasto come prima, con le stesse tare e la stessa corruzione. Ecco perché credo sia venuta l’ora di riprendere l’opera abbandonata il 25 aprile 1945.
Renato Jacopini,
Comandante partigiano
(4 giugno 1973)
Lo dobbiamo a noi stessi. Lo dobbiamo ai nostri figli ed alle nostre figlie. Sabato 17, in piazza. Poi il 31, per il popolo di Gaza. Per continuare a restare umani.
PS: Perché in copertina c’è il manifesto dell’ANPI? Perché è l’unica tessera che ho in tasca, perché, con tutti i limiti, è l’associazione che si prende cura dei valori di cui sopra. Perché resta un luogo realmente unitario, in cui dissentire non è ancora un delitto, anzi una risorsa.
Immagine di copertina tratta da @facebook