Books, la pagina dedicata ai miei libri, o quel che scrivo, decidete voi. Quando iniziai a scrivere, mosso da una spinta morale di raccontare e senza alcune ambizioni, imboccai una strada, quella che continuo a percorrere, con il piacere di chi vuole narrare delle storie. Gli orrori del mondo, le vite degli altri, un po’ di se stesso (ma non troppo), le gioie della vita, gli incubi che la possono attraversare. Una “collega” di penna mi disse che i miei libri, la mia scrittura, è un atto civile, politico. Le risposi che anche la sua scrittura è un atto civile e politico, come quella di chiunque prenda “carta e penna” ed imprima il suo pensiero, la sua esistenza. Se non impregnato di ignavia, se non è un semplice atto edonista, autoreferenziale, scrivere è. e sarà sempre, un atto politico. Vorrei raccontare un pezzo di noi stessi, in relazione al mondo che ci circonda, e come noi circondiamo il mondo. Ciò che è stato e ciò che è, cercando di farlo con l’intento di “restare umano“.
Questa pagina ha come icona Lucio Urtubia, un Quijote che non combatte contro i mulini a vento ma contro veri giganti.
Il possibile dell’impossibile, questa è stata la mia vita.
Fulmine è oltre il ponte
di William Domenichini
5 settembre '43. Ciro ha vent’anni, è in guerra. Il suo plotone riceve l’ordine insensato di far saltare in aria un convoglio di munizioni, appena consegnato in una polveriera vicino al Brennero. Dopo averlo eseguito, i comandi dell’esercito sembrano disciogliersi come neve al sole, e si trova senza ordini, ignaro di ciò che sta accadendo, sbandato. Inizia l'odissea di un