4 novembre, nulla da festeggiare
In una città fortemente caratterizzata da una marcata e storica presenza di presidi bellici come La Spezia, il 4 novembre non c’è nulla da festeggiare. Anzi, assume una particolare rilevanza il percorso di mobilitazione che ha già portato in piazza migliaia di persone. Contro il genocidio e per la riconversione pacifica della nostra società che per il 4 novembre convoca una manifestazione.
Diciamo no al riarmo e a una politica di guerra basata sul commercio di armi; a uno Stato che si china a politiche militari atlantiste e supporta genocidi come quello in corso in Palestina, oltre ad avere responsabilità anche nel genocidio in Sudan e nei massacri in corso nelle più di 60 guerre in corso nel mondo tramite la vendita di armi e l’addestramento degli eserciti locali; a un mondo che continua a trasformare vite in strumenti di profitto e di potere.
Il 4 novembre non celebriamo vittorie, ma lutti. La prima guerra mondiale è stato un massacro. Oltre alle vittime civili, migliaia di giovani furono mandati al fronte come carne da cannone, sacrificati dagli Stati in nome di interessi politici e militari, a uccidere altri giovani come loro ma nati dalla parte opposta di un confine arbitrario. Oggi come allora la corsa agli armamenti viene proposta come deterrente a scenari di guerre, ma la storia insegna che questa è una pericolosa bugia, che costo’ milioni di morti. Non ascoltiamo la propaganda istituzionale che idealizza la violenza e il militarismo.
Molti ci accusano di non rispettare i militari quando critichiamo la guerra e le celebrazioni delle varie giornate delle Forze armate. In realtà, proprio perché siamo contro la guerra, vogliamo in primis salvaguardare vite (anche le loro). Crediamo che ogni guerra sia un sconfitta per la specie umana. Vogliamo coltivare empatia, solidarietà, pensiero critico al posto di odio, paura, competizione e disciplina imposta.
È proprio ricordando questa tragedia che oggi diciamo no al riarmo e a una politica di guerra basata sul commercio di armi; no a uno Stato che si china a politiche militari atlantiste e supporta genocidi come quello in corso in Palestina, oltre ad avere responsabilità anche nel genocidio in Sudan e nei massacri in corso nelle più di 60 guerre in corso nel mondo tramite la vendita di armi e l’addestramento degli eserciti locali; no a un mondo che continua a trasformare vite in strumenti di profitto e di potere; no al nazionalismo e al patriottismo, che impedisce la solidarietà tra persone ugualmente oppresse ma sotto Stati nemici.
Il ricordo dei caduti deve diventare monito e impegno per la pace. Non celebriamo la guerra: ricordiamo chi l’ha subita. Per tutto questo saremo di nuovo in piazza a La Spezia.
4 novembre, corteo con concentramento alle ore 18 presso piazza Palestina Libera (ex Piazza Chiodo)
–Riconvertiamo Seafuture. Restiamo umani –

