Featured Video Play Icon
Diritti e rovesci Pace
William Domenichini  

Campane, pentole e attivisti abbordati

Non voglio dividere il mondo tra buoni e cattivi, ma il dramma che vive la popolazione palestinese, non dal 17 ottobre ma da decenni, dovrebbe porci qualche dubbio che campane, pentole e quant’altro sia del tutto insufficiente quando a Gaza la gente viene fatta morire di fame e se qualcuno va ad aiutarli, gli attivisti vengono abbordati in acque internazionali.

Rewind. La nave Handala è la 37esima missione in 18 anni della Freedom Flotilla. Carica di aiuti per la popolazione palestinese, faceva parte della Freedom Flotilla diretta a Gaza con l’intento di rompere il blocco navale imposto da Israele al largo della Striscia e consegnare con aiuti umanitari. Tra sabato e domenica la Marina israeliana procede ad intercettarla. Fermati i 21 volontari a bordo della Handala, ma non prima di aver lanciato i loro appelli e di documentare l’operazione israeliana. Tra questi, personalmente, la conoscenza di Antonio Mazzeo sarà rimpatriato il 29 luglio, con un volo proveniente da Tel Aviv. Ad Antonio sono particolarmente legato, perchè mi ha onorato della sua prefazione al mio libro su basi blu, mi ha colpito.

Gli avvocati del team legale Adalah hanno incontrato 17 dei 21 attivisti detenuti presso il porto di Ashdod, nella vicina stazione di polizia israeliana. Secondo le loro dichiarazioni, tutti si trovano in condizioni relativamente buone. Le autorità israeliane gestirebbero la loro custodia come se avessero fatto ingresso illegale nel Paese. Immigrazione clandestina, nonostante il prelievo, con la forza, abbia avuto luogo in acque internazionali. E tralasciamo, per modo di dire, che la conduzione in Israele sia avvenuta contro la loro volontà.

A ciascun attivista sono state presentate due opzioni: accettare la cosiddetta “deportazione volontaria”, oppure rimanere in detenzione e comparire davanti a un tribunale per la revisione della detenzione, in vista comunque della deportazione.

  • Attivisti che hanno accettato la deportazione e sono in procinto di essere espulsi e deportati da Israele nelle prossime ore: Antonio Mazzeo (Italia), Gabrielle Cathala (Francia), Jacob Berger (Stati Uniti),
  • Attivisti che hanno rifiutato di firmare l’ordine di deportazione volontaria e rimangono in custodia e verranno presentati a un tribunale israeliano per la revisione della legittimità della loro detenzione: Braedon Peluso (Stati Uniti), Robert Martin (Australia), Tania (Tan) Safi (Australia), Justine Kempf (Francia), Emma Fourreau (Francia/Svezia), Antonio La Picirella (Italia), Christian Smalls (Stati Uniti), Chloé Fiona Ludden (Regno Unito/Francia), Sergio Toribio Sanchez (Spagna), Vigdis Bjorvand (Norvegia), Hatem Aouini (Tunisia), Santiago González Vallejo (Spagna)
  • Cittadini con doppia cittadinanza israeliana e statunitense Huwaida Arraf e Bob Suberi sono stati interrogati dalla polizia israeliana, rilasciati dalla custodia e attualmente si trovano con il team legale di Adalah.
  • Attivisti non ancora incontrati da Adalah, perché rappresentati da avvocati privati: Ange Sahuquet (Francia), Frank Romano (Stati Uniti/Francia), Mohamed El Bakkali (Marocco, giornalista Al Jazeera), Waad Al Musa (Stati Uniti/Iraq, cameraman Al Jazeera)

Ora di fronte a questa situazione, la nostra società può limitarsi a suonare campane e batacchiare pentole? Non fraintendetemi, ogni gesto che possa estendere la consapevolezza che il governo israeliano sta compiendo un genocidio nei confronti del popolo palestinese è importante. Ma credo che dovremmo renderci conto che occorra fare molto di più.

Se la vicenda Handala non bastasse, ci sono altri elementi che dovrebbero scrollarci. Il reportage di Daniela Binello, può aiutarci a capire quanto la situazione a Gaza sia davvero drammatica e complessa. Ma qual è il ruolo dei nostri governi? Ci aiuta a comprenderlo gli avvenimenti di questi giorni.

La fregata Carabiniere (F593), FREMM della Marina Militare Italiana di base alla Spezia, è impegnata nell’Operazione “Mare Sicuro“. L’operazione prevede il dispiegamento di un assetto militare marittimo per garantire la presenza e le attività di sorveglianza, in conformità alla normativa nazionale e agli accordi internazionali vigenti. La missione è oggetto anche di cronaca nera. Il 17 Luglio, il capo di terza classe Vincenzo Gorgoglione, muore a causa di un malore, proprio mentre si trovava in missione a bordo della fregata Carabiniere.

Il 26 luglio, nel Mediterraneo orientale il Carabiniere è al largo delle coste di Egitto e Israele, in un’area particolarmente sensibile. Il suo elicottero di bordo, un SH-90A della NH Industries (reg. MM81577) era operativo, in volo in quell’area. Il volo dell’elicottero avviene nella stessa zona dove è avvenuto l’abbordaggio israeliano della nave Handala, in acque internazionali.

Domanda 1. Che ci fa una fregata italiana davanti alle coste di Israele ed Egitto?

Domanda 2. Perché l’unità italiana non è intervenuta per il mantenimento della sicurezza navale?

Rewind2.  Qualche anno fa, in piena “crisi” energetica ucraino-russa, mi sono posto alcuni dubbi, per arrivare ad una conclusione. Siamo alla canna del gas. Lo stretto rapporto che c’è tra lo strumento militare italiano e gli interessi energetici di certe aziende è nero su bianco. Documenti programmatici pluriennali della Difesa, approvazioni delle missioni internazionali in Parlamento e via discorrendo. Peccato che non siano resi noti al pubblico durante il TG1. Operazioni come Gabinia, Atalanta o prima ancora Babilonia e via discorrendo fino a Mare sicuro, hanno un tratto in comune. L’energia.

Proprio nell’area del Mediterraneo orientale si giocano interessi strategici legati alle risorse energetiche. ENI ha stretto accordi con Israele per lo sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio nel bacino levantino, comprese aree di mare di fronte a Gaza, senza alcun riconoscimento della sovranità del popolo palestinese su quelle risorse. [GAS]tivists lo racconta da tempo, anche attraverso un fumetto sui combustibili fossili, la militarizzazione e la giustizia sociale nel Mediterraneo orientale (Gastivisti / Lorena Canottiere / Claudio Calia, 2023).

Allora provo, con grande umiltà ed un briciolo di consapevolezza su ciò che accade a stilare alcune riflessioni puntuali.

Sarebbe il caso che qualcuno chieda al governo italiano ed al Ministero della Difesa le finalità operative della fregata Carabiniere? Forse sarebbe il caso che siano resi pubblici eventuali accordi di cooperazione o di intelligence con le forze armate israeliane? Sarebbe il caso che si chiarisca con quale finalità si spendono 1,74 miliardi di soldi pubblici per tinteggiare le basi navali italiane di blu, quando gli scopi delle missioni non sono ben chiari?

In attesa che chi di dovere ponga le domande e chi di dovere risponda, occorre consolidare una consapevolezza. Laddove la gente muore, sotto le bombe, la responsabilità dell’occidente, dei singoli Stati, compresa l’Italia, inizia ad emergere con chiarezza. Le guerre partono dalle nostre case. Nel frattempo, alla Spezia, tutto trepida per il 100° Palio del golfo. E non ci porremmo troppe domande sul ruolo della Marina militare anche in questa manifestazione culturale, folkloristica e sportiva.

5 1 voto
Rating articolo
Sottoscrivi
Notificami
Lascia un tuo commento
Lascia un tuo commento

0 Commenti
Il più vecchio
Più recente Più votato
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
3d book display image of Il golfo ai poeti (no basi blu)

L'ultimo lavoro

Questo bellissimo saggio ci racconta come la cultura di guerra e di morte genera gli stessi mostri in tutto il Paese. Pessimismo, obbedienza, passività, senso di sconfitta, conformismo, opportunismo, clientelismo. Figli di un dio minore, vittime e colpevoli allo stesso tempo dei propri mali. Politici e rappresentanti istituzionali fotocopia. Iene e sciacalli ai banchetti delle opere pubbliche e gattopardi perché cambi tutto purché non cambi nulla. Lo scenario che ci delinea e ci offre queste pagine che seguiranno è certamente doloroso, tragico, inquietante, ma in questo suo coraggioso e generoso atto di denuncia traspare sempre lo smisurato amore per La Spezia, per il suo Golfo, il suo Mare. Pagine e immagini che feriscono il cuore ma in cui respiriamo ancora speranza ed utopia. Che un’altra città sia davvero ancora possibile, viva, libera, aperta, felice. Un laboratorio di Pace.
Antonio Mazzeo

Ottieni subito la tua copia >>
0
Mi piacerebbe conoscere il tuo pensiero. Lascia un tuo commentox