
Free Palestine dal golfo dei poeti
Il golfo si poeti grida Free Palestine. Un altro appuntamento, ancora imbarcazioni che solcano il golfo spezzino. Dopo là straordinaria partecipazione alla manifestazione alle bocche di Portovenere, i/le cittadin* spezzin* sì mobilitano ancora per sensibilizzare le comunità del golfo riguardo al genocidio in corsi in Palestina. Decine di natanti si sono ritrovati a San Terenzo, sfilando pacificamente fino a Lerici, sventolando bandiere palestinesi è di alcune borgate del palio, manifestando la loro vicinanza ad un popolo martoriato dal governo israeliano.
Un corteo pacifico contro un mondo sempre più militarizzazione, Una risposta concreta alla retorica militarista che si maschera dietro ai velieri da marketing. Ma soprattutto la scelta di tant* persone che non si voltano ignorando un massacro di un popolo, perpetrato da un governo legittimato anche dai nostri governi.Il messaggio che si alza dalla Spezia ha anche un significato profondo per le responsabilità che abbiamo. Dalle nostre basi alle nostre fabbriche occorre prendere coscienza che abbiamo delle responsabilità per ciò che accade in Palestina e non solo.
Una città ed un golfo militarizzato materialmente e socialmente, riesce ad alzare la testa e scrollarsi di dosso la cappa plumbea che porta da 150 anni. Divieto d’accesso, zona militare. Una crepa è iniziata con l’urlo artivista del CAMeC. E’ proseguita con tante iniziative che non tacciono sullo status di golfo militare, ma che chiedono di cambiare lo stato reale delle cose. Si è arrivati a due manifestazioni importanti, il 17 maggio e poi il 31 maggio. Ora due importanti eventi in cui la gente di mare si riprende il mare.
Free Palestine, si alza anche dalle acque del golfo che fu e che dovrebbe tornare ai poeti. Perché sulle rive del golfo, attendendo il marketing del palio, c’è chi si ricorda di restare umani.








