
Arsenalopoli ci mancava
Arsenalopoli ci mancava davvero, un’inchiesta della Procura, non la prima, sulle aree militari spezzine, ci mancava davvero. Non si può dire che dalla Liguria manchi lavoro per le procure, ma abbandoniamo l’amaro sarcasmo per andare a fissare gli elementi ed esprimere una riflessione. Ma senza disturbare eccessivamente il conducente, perché nell’arsenale delle nebbie tutto può accadere.
Mentre un’area di 900mila metri quadrati volge all’abbandono e suscita gli appetiti di aziende private, mentre la politica si limita ad annunciare miliardi di investimenti e milioni di posti di lavoro, la realtà di abbandono è sotto gli occhi di tutti. Ma per non farci mancare nulla, ecco un’altra indagine: associazione per delinquere finalizzata alla sistematica commissione di reati in materia di imposte sui redditi e sull’Iva.
Kramer contro Kramer, i militari della guardia di finanza e dei carabinieri bussano ai militari della marina per contestare, su ordine della Procura spezzina, reati che sarebbero commessi attraverso diverse imprese del settore nautico, attive anche in appalti presso l’Arsenale della Marina Militare spezzina, inclusi ipotesi di reati contro la pubblica amministrazione. Si parlerebbe di un’indagine che riguarda fatturazioni per un importo superiore a 14 milioni di euro.
Il risultato è piuttosto sconcertante, nella misura in cui non ci sia voltati dall’altra parte di fronte alle criticità delle aree militari spezzine. Tre misure cautelari, indagate 18 persone. Sequestrati contanti, saldi bancari, quote societarie e buoni fruttiferi postali, gioielli ed undici immobili tra La Spezia e Massa Carrara. Totale, sequestrati beni per un valore complessivo di circa 1,6 milioni di euro.
Un fulmine a ciel sereno? Ma nemmeno per sbaglio. Nell’aprile 2025, la Procura spezzina iscriveva 15 persone nel fascicolo d’indagine per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati fiscali, ma anche truffa ai danni dello Stato e corruzione. Imprenditori e funzionari della Marina militare. Un passaggio di un indagine iniziata già nel 2019.
Cosa si contesta in soldoni? Un presunto giro di fatture false legate ad operazioni inesistenti. Le aziende private coinvolte, beneficiarie di alcuni appalti di lavori che, per attività svolte all’interno dell’arsenale militare. Secondo la Procura spezzina tale condotta avrebbe generato una sorta di evasione fiscale. Non manca la presunzione di corruzione, in concorso. La contestazione riguarderebbe la redazione di falsi certificati di regolare esecuzione di due appalti di bonifica dall’amianto. Dunque, al netto degli imprenditori coinvolti, l’inchiesta riguarderebbe un ammiraglio in congedo, un contrammiraglio in aspettativa e tre funzionari che sarebbero stati spostati in altri uffici.
La vicenda, come immaginabile, ha avuto echi nella stampa, non solo locale.
Non c’è alcun elemento su cui dubitare. C’è la speranza che il lavoro della magistratura vada fino in fondo nel chiarire la vicenda. Perché sulla gestione amministrativa, contabile, ambientale dell’area arsenalizia, qualche sospetto è sorto anche a chi, banalmente, vive oltre il muro. Tra spese per parcheggi di unità navali destinate ad altre basi e discariche non bonificate, anche la retorica che spesso si propina sulla rimozione dei relitti rischia di sgretolarsi. Senza contare come ne uscirebbe l’ipotesi di aprire ai privati le aree militari. In generale, in un contesto simile, dove si prospettano 354 milioni di soldi pubblici per un progetto non proprio indiscutibile, mostrerebbe come le condizioni al contorno non siano le migliore.
Questa vicenda si aggiunge ad un cumulo di macerie, tutte pagate con i soldi dei contribuenti. Dunque la questione non è semplicemente accertare eventuali responsabilità penali e auspicare che la giustizia faccia il suo corso, verificando la veridicità o l’eventuale inconsistenza delle ipotesi delittuose. Ma prendere atto che questo sistema sta affondando, al netto della retorica di cui è intriso. Ma non disperate. Le rassicurazioni non tardano a venire. C’è solo un dubbio, riguardo al predicare bene e razzolare non altrettanto.
In merito a quanto emerso circa l’inchiesta sulla corruzione che vede indagate 18 persone tra cui personale militare e civile in servizio presso l’Arsenale militare di La Spezia, la Marina Militare, come sempre, assicura il pieno sostegno e la costante collaborazione con le autorità giudiziarie nel cui operato ripone la massima fiducia. Nel dissociarsi da qualunque comportamento incoerente con il sistema valoriale e i principi cardine della Forza Armata, la Marina Militare quotidianamente, nel pieno rispetto delle proprie funzioni e prerogative, continua a porre in essere provvedimenti necessari per la promozione di un ambiente di sicurezza e legalità.
Marina militare
(12 giugno 2025)