
Una scuola che ripudia la guerra
Una scuola che ripudia la guerra, di questi tempi, è una notizia. In una città costretta nello stereotipo militarista la è. Eccome. Perché avere una base navale da 150 anni, con annesso arsenale, seppur vuoto e pieno di nocività, qualcosa ne consegue. La Marina militare è una presenza che diventa onnipresente nelle vene della società spezzina. Scuola inclusa.
Dalle “prospettive” occupazionali degli istituti superiori allo stillicidio aculturale delle scuole dell’infanzia. Le forze armate sono una presenza costante. Bambini sulle navi da guerra, piuttosto che sul veliero Vespucci, per un’esperienza unica di prereclutamento mentale. Il marketing militaresco, in una piccola città di provincia, non esclude nulla, arrivando anche a divenire unique selling proposition sulla prospettiva lavorativa. Dalla fabbrica alla fiera di armi, con tutti i passaggi intermedi inclusi. Come per esempio il famigerato Polo Nazionale della Subacquea.
In un contesto del genere, sapere che esistono insegnanti, che si prenderanno cura dei nostri figli, della loro formazione culturale, umana, intellettuale, che prendono parte è ossigeno puro. Per un cittadino, per un genitore, per un essere umano. Badate che non si tratta di semplice accondiscendenza alle idee, di parte, di qualcuno. Ma si tratta di un elemento di pura cittadinanza. Il rispetto e l’attuazione della carta costituzionale.
Una scuola che ripudia la guerra. Un piccolo gesto, direbbe qualcuno. Ma nel contesto in cui viviamo assume tinte rivoluzionarie. Un caso che i media abbiano lasciato cadere nel vuoto questa notizia? Allora, nel mio piccolo, e con l’aiuto di tutt* coloro i quali condividono la speranza che piccoli passi possano costituire il cammino verso un orizzonte nuovo, riporto la lettera dell’I.I.S Capellini-Sauro.
Il Capellini – Sauro “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Non possiamo più tacere, non vogliamo più tacere: i conflitti in corso e le barbarie in atto da parte dei popoli aggressori a Gaza, in Ucraina, nel Congo e in molti altri paesi del mondo, nonché l’assordante silenzio delle istituzioni (anche scolastiche), non otterranno mai la nostra complicità nell’esercizio della “sola” didattica.
Alla nostra comunità spezzina vogliamo assicurare che:
- i nostri studenti sono continuamente informati su ciò che di orrendo e disumano sta accadendo intorno a noi
- la nostra didattica è permeata sulla risoluzione dei conflitti attraverso vie pacifiche, politiche, diplomatiche
- l’insegnamento della disciplina “Storia” assume, oggi più che mai, un ruolo cruciale per cercare di capire le cause dei conflitti in corso
- i percorsi PCTO, vagliati dai consigli di classe, sono attentamente selezionati nell’ottica di non contribuire nè ora e nè mai ad alimentare ulteriori conflitti bellici
- la nostra coscienza non è in vendita, il nostro umile e microscopico contributo al ripudio della guerra è sempre meglio del nulla cosmico a cui stiamo assistendo sbigottiti, anche perchè un giorno, quando si studieranno sui libri di storia i fatti attuali di cronaca internazionale, il personale docente della nostra scuola possa respingere con vigoria domande scomode tipo: “e tu dov’eri?” “cosa stavi facendo?” “perché non hai fatto nulla?”
- parlare di pace a scuola, alimentare la pace a scuola, educare alla pace a scuola, specialmente nel nostro amato territorio spezzino, non è vero che “non costa nulla”: comporta scelte di campo inevitabili, sacrifici, posizioni scomode che indubbiamente vogliamo e dobbiamo assumere
- parlare di pace a scuola, alimentare la pace a scuola, educare alla pace a scuola, significa gettare semi in un terreno apparentemente arido e assuefatto, ma che rappresenta invece un onere e un onore che la scuola, “ultimo baluardo della società”, non intende sacrificare per nessuna ragione al mondo
- i nostri ragazzi sono molto più intelligenti di noi adulti, studiano la storia, ci pongono domande scomode, consultano molte più fonti di noi, usano la tecnologia in maniera attiva e non passiva, respingono con logica e con raziocinio ogni tipo di violenza ed aggressione ed ogni stupida corsa al riarmo che ci viene quotidianamente distillata, rappresentano quel seme a cui guardare con speranza per un futuro decisamente migliore di questo presente che noi adulti stiamo alimentando anche con il nostro silenzio.
Seguono i nominativi dei docenti del Capellini – Sauro della Spezia che hanno deciso liberamente di apporre la propria firma a questo testo affinché la comunità spezzina ne venga a conoscenza: Mario Chilosi, Bruno Fontana, Giacomo Cozzani, Chiara De Carolis, Stefano Gobbetti, Mariangela Giunta, Alessandra De Manna, Federico Ratti, Chiara Giannetti, Danilo Raineri, Andrea Leggieri, Francesco Corbani, Alessandro Iezzi, Stefania Pironi, Loredana Carrella , Enzo Cardinale, Pietro Piero Vernia, Alice Martinelli, Cristina Baldassini, Angela De Leo, Stefania Montefiori, Annalisa Massa, Pino Ruffilli, Elena Robertelli, Francesca Ferdeghini , Maria Addolorata Quarta , Santina Cosetta, Massimo Laspina, Federica Andreani, Michela Mandato, Massimo Godani, Chiara Milano, Erika Casanova, Matteo Freggia, Barbara Ferlazzo, Oscar Pietrobono, Ermanno Ricco, Maurizio Papa, Paola Gisfredi, Monica Pezzetti, Roberta Ruozi, Violeta Geaman, Claudio Smilovich, Fabio Paita, Luca Dolfi, Riccardo Loconte, Stefania Antognetti, Raffaele Cinotti, Cecilia Ricciardi, Giovanna Delfino , Caterina Ingargiola, Massimiliano Delussu, Elisa Tamburello, Irene Vivarelli, Chiara Bancallari, Ilenia Ruggiero, Lorena Muzzi, Laura Battisti, Laura Orini, Debora Galazzo, Alice Girotto, Stefania Varacalli, Gabriella Cozzani, Monica Lombardo, Alfredo Madeddu, Andrea Bello, Anna Bosio, Daniele Boni, Lorena Caselli, Simeon Simeonov, Tiziana Castagnetti, Annalisa Rossi, Manuela Rossinelli.
Immagine di copertina tratta da https://www.capellinisauro.edu.it/