Analisi Pace
William Domenichini  

La fortezza dell’alto Tirreno

Nel Risorgimento gli austroungarici avevano il Quadrilatero, oggi la Repubblica italiana incuba la fortezza dell’alto Tirreno. Al di là delle provocazioni, o delle forzature geografiche, il disegno che va configurandosi appare più reale di qualunque visionarietà. Così il governo Meloni lancia una spesa monumentale, miliardi di euro, per nuove caserme, depositi di munizioni, hangar e scuole militari, dalle Alpi al tacco dello stivale. Ma quel che incuba sulle rive del santuario dei cetacei è significativo.

Partiamo dalla status quo. Nell’area che va da Pisa e Livorno fino alla Spezia la densità militare è straordinaria. Si va dall’aeroporto militare alle strutture che ospitano ben due forze speciali (9º Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin” ed il Raggruppamento Subacquei e Incursori “Teseo Tesei“). Si passa dalla base di Camp Darby (Darby Military Community, DMC) alla base navale spezzina, sede della prima flotta. Basterebbe, tuttavia ci sono una miriade di realtà “minori”, dal CISAM al CSSN passando per il CMRE, l’approdo del POL NATO che fanno, de facto, questa triangolazione come una piazzaforte sostanziale. Ma quanto ci costa?

Tralasciamo, si fa per dire, questioni come l’occupazione (o meglio la sottrazione) di spazi alle collettività ed alla socialità. Tralasciamo, ancora per dire, l’impatto ambientale che producono, la contaminazione dell’ambiente che deriva dalle attività correlate. Solo la loro esistenza costa alla casse pubbliche una quantità di quattrini spaventosa. Ciononostante, senza troppa pubblicità, il ministero della Difesa, da anni.

Il ministro Crosetto, nel Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2023-2025 – (Doc. CCXII, n. 1). Nel 2023 la spesa totale del ministero della Difesa è stata pari a 27,75 miliardi € così ripartita: funzione difesa 19,56 miliardi, funzione sicurezza del territorio 7,62 miliardi, funzioni esterne 0,16 miliardi, pensioni provvisorie del personale in ausiliaria 0,41 miliardi. In termini di autorizzazione di spesa la sola “funzione difesa” ha risorse distribuite: 11,12 miliardi per il personale, 6,10 miliardi per l’investimento, 2,34 miliardi per l’esercizio. La legge di bilancio 2025 (Profili di interesse delle Commissioni Affari esteri e Difesa) prosegue in questa direzione.

Se dalle sponde del golfo dei poeti si butteranno nel buco nero 354 milioni di euro in una finta base blu, risponde la sponda toscana con il progetto della nuova base dei reparti speciali dell’arma dei Carabinieri. La finta caserma verde verrà collocato a San Piero a Grado, all’interno del Parco di San Rossore, nell’area Cisam e a Pontedera, nella Tenuta Isabella. La nuova infrastruttura militare prevede 140 ettari di suolo consumato e un costo complessivo di 520 milioni di euro.

Non sono ipotesi di antipatrioti pacifinti, ma è nero su bianco. Con la determina n. 155 (10 Settembre 2024) del Direttore Generale del Genio Difesa, generale Gambardella, il ministero della Difesa ha affidato le indagini preliminari e lo studio di fattibilità economica per realizzazione della nuova sede dei reparti GIS dei Carabinieri (I lotto Cisam – Pisa). 250 milioni per la prima fase, di una spesa complessiva enorme (520 milioni). Tutto nel silenzio più totale, se non fosse per la denuncia del movimento No Base, né a Coltano né altrove, che ha reso pubblici i documenti che dimostrano lo stato dell’arte:

Ma in cauda venenum, la fiumana di soldi per caserme non risparmia il golfo dei poeti. Il prospetto master Lotti indica tre interventi sugli immobili afferenti alle strutture militari spezzine.

ID CAP. SMM C.E. TITOLO IMPORTO LAVORI (€) IMPORTO PROGETTO (€)
11 7120-26 219910 Lavori di riqualificazione, adeguamento sismico e miglioramento dell’efficienza energetica, fabbricato ad uso alloggiativo “Caserma San Francesco”  1.632.970,25 170.090,28
12 7120-26 da definire Caserma Longobardo – manutenzione straordinaria, efficientamento energetico e miglioramento/adeguamento sismico 4.534.700,00 340.766,59
13 7120-26 da definire Caserma Marchi – manutenzione straordinaria, efficientamento energetico e miglioramento/adeguamento sismico 881.250,00 98.796,04

7.048.920,25 € di lavori complessivi, 609.652,91 € per la progettazione, totale: 7.658.573,16 €.

7,6 milioni di euro che vanno ad aggiungersi alla spesa prevista per la base tinta di blu (354 milioni di euro) e a quelle che l’amministrazione decentrata del genio militare spezzino sta compiendo, dal molo Varicella alla banchina Scali (1,1 milioni di euro). Un pozzo di soldi senza fondo. Ragionando pragmaticamente, quali ricadute abbia sull’economia locale è presto detto. Nessuna. A cominciare dalla prima domanda da porsi: chi si aggiudica intanto la progettazione?

La risposta, parziale ma indicativa, è nella determina n. 125 (11 Settembre 2024) del Direttore Generale del Genio Difesa, generale Gambardella. Per la caserma Longobardo la progettazione è affidata alla NO GAP CONTROLS S.r.l., con sede a Bologna. Per la caserma Marchi, emerge un raggruppamento Temporaneo di Imprese (R.T.I.) costituito da INTEGRATED PROJECTS MANAGEMENT S.r.l. / SMART SOLUTION ENGINEERING S.r.l. con sede legale a Marino (Roma). Tutto con buona pace di chi millanta, mentendo sapendo di mentire, che queste operazioni avrebbero una ricaduta economica nel territorio. L’unica ricaduta, con certificato di parlamentari, è quella retorica. Concretamente restano spese folli, con soldi pubblici, dei contribuenti, su strutture che non hanno l’utilità che potrebbero avere ospedali, scuole, servizi, ecc.

In questo contesto, è da segnalare che venerdì 15 Novembre, il movimento Movimento No Base promuove un’intera giornata di mobilitazione diffusa contro l’economia di guerra.

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L'ultimo arrivato!

Questo bellissimo saggio ci racconta come la cultura di guerra e di morte genera gli stessi mostri in tutto il Paese: pessimismo, obbedienza, passività, senso di sconfitta, conformismo, opportunismo, clientelismo. Figli di un dio minore, vittime e colpevoli allo stesso tempo dei propri mali. Politici e rappresentanti istituzionali fotocopia. Iene e sciacalli ai banchetti delle opere pubbliche e gattopardi perché cambi tutto purché non cambi nulla.

Lo scenario che ci delinea e ci offre queste pagine che seguiranno è certamente doloroso, tragico, inquietante, ma in questo suo coraggioso e generoso atto di denuncia traspare sempre lo smisurato amore per La Spezia, per il suo Golfo, il suo Mare. Pagine e immagini che feriscono il cuore ma in cui respiriamo ancora speranza ed utopia. Che un’altra città sia davvero ancora possibile, viva, libera, aperta, felice. Un laboratorio di Pace.

Antonio Mazzeo

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